Quando ho iniziato il mio percorso professionale come psicologa esperta in apprendimento mi sono trovata a confrontarmi con troppe persone che non sapevano cosa significasse il termine “dislessia” né cosa comportasse avere un disturbo dell’apprendimento.
Alla vigilia dei miei venti anni di lavoro, dopo aver visto accrescere la conoscenza dei DSA e l’intervento a sostegno degli alunni con tali caratteristiche (e molto c’è ancora da fare) mi trovo davanti ad un altro scoglio: far arrivare nel linguaggio comune il termine “plusdotazione”.
La difficoltà è facilmente spiegabile. Sia i DSA che la plusdotazione coinvolgono una fetta piccola della popolazione scolastica, una percentuale di circa 2-5% degli alunni. Inoltre, se davanti ad un bambino con DSA si procede più facilmente alla richiesta di una valutazione specialistica, per le evidenti difficoltà a leggere, scrivere o far di conto, quando abbiamo di fronte un bambino dotato di una evidente buona intelligenza tendiamo a fermarci lì e non riteniamo necessario fare un approfondimento.
Così succede che abbiamo un alunno o un figlio “gifted” e non ce ne rendiamo conto.
Ma arriviamo al dunque… che cosa significa plusdotazione?
La plusdotazione è una capacità cognitiva eccezionalmente superiore alla media. Dal punto di vista psicometrico, parliamo di un Quoziente Intellettivo di 130 o superiore.
I bambini plusdotati hanno una spiccata curiosità, elevate doti mnemoniche, grandi capacità intuitive e di immaginazione, abilità verbali spiccate e grande sensibilità.
Si parla di doppia eccezionalità quando vi è la compresenza di un disturbo dello sviluppo (DSA, ADHD ecc…).
Può sembrare assurdo ma accade sovente che i bambini plusdotati non vadano bene a scuola.
La plusdotazione, infatti, va supportata.
Se i bambini non riescono ad adattarsi al contesto scolastico, che può essere sottostimolante e non riconoscere i propri bisogni, possono comparire inquietudine, disattenzione, noia, conflitti con gli insegnanti e altri comportamenti-problema.
Di conseguenza, al fine di sviluppare il talento e prevenire comportamenti inadeguati, è necessario creare un buon ambiente supportivo e stimolante a livello familiare e scolastico. Esperienze appaganti sono la premessa per la promozione del benessere psicologico e del potenziale dei bambini con plusdotazione.
In conclusione, quello che vale per i DSA vale anche per gli alunni “gifted” e per tutti gli alunni in generale: la chiave è la personalizzazione della didattica al fine di valorizzare i talenti di ciascun alunno e garantire il successo formativo di ognuno.
“I bambini con talento dovrebbero poter beneficiare di condizioni adeguate di insegnamento, capaci di sviluppare completamente le loro potenzialità, nel loro interesse e nell’interesse della società. Nessun paese si può permettere di sprecare dei talenti, poiché sarebbe proprio uno spreco di risorse umane non identificare in tempo delle potenzialità intellettuali o di altra natura, per le quali sono necessari strumenti adeguati.” Raccomandazione 1248, Consiglio d’Europa, Strasburgo, 1994
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