25/10/2020
Era marzo 2020 quando, senza nessun preavviso e con poca preparazione, siamo sbarcati sul pianeta della Dad. Insegnanti, alunni e genitori alle prese con una nuova realtà in un momento storico tra i più difficili.
Con non pochi problemi, arriviamo all'inizio dell'anno scolastico 2020/2021 e compare la Did.
Cominciamo dalle basi. Secondo le Linee Guida "Il Collegio docenti è chiamato a fissare criteri e modalità per erogare didattica digitale integrata, adattando la progettazione dell'attività educativa e didattica in presenza alla modalità a distanza, anche in modalità complementare, affinché la proposta didattica del singolo docente si inserisca in una cornice pedagogica e metodologica condivisa, che garantisca omogeneità all'offerta formativa dell'istituzione scolastica. Al team dei docenti e ai consigli di classe è affidato il compito di rimodulare le progettazioni didattiche individuando i contenuti essenziali delle discipline, i nodi interdisciplinari, gli apporti dei contesti non formali e informali all'apprendimento, al fine di porre gli alunni, pur a distanza, al centro del processo di insegnamento-apprendimento per sviluppare quanto più possibile autonomia e responsabilità."
Per sintetizzare, le modalità operative sono le seguenti:
- 10 ore almeno per la classe prima elementare; 15 ore per le restanti classi della primaria e secondaria di primo grado; 20 ore per la secondaria di secondo grado;
- predisposizione di un adeguato setting "d'aula" virtuale che evita interferenze tra la lezione ed eventuali distrattori;
- combinazione adeguata di lezioni in modalità sincrona e asincrona;
- metodologie indicate: didattica breve, apprendimento cooperativo, flipped classroom, debate ;
- attenzione alla privacy e al corretto uso della piattaforma;
- modalità specifiche per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali da concordare nel PDP.
Secondo il Decreto Ministeriale 39 del 26 giugno 2020, diventa "necessario trasformare le difficoltà di un determinato momento storico in un vero e proprio volano per la ripartenza e per l'innovazione".
Le idee sono sicuramente buone ma vanno trasformate in atti concreti e corrispondenti alle premesse. Qui viene il difficile. Ogni scuola, infatti, viene "lasciata sola" nell'individuare le modalità per riprogettare l'attività didattica e nella predisposizione del Piano scolastico per la Didattica digitale integrata.
Siamo già nel vivo dei fatti. La Did non si limita ai studenti delle scuole secondarie di secondo grado ma sta già diventando uso comune nelle classi in cui sono presenti alunni in quarantena preventiva o perché positivi. E in alcune scuole di eccellenza si è avviata sin dall'inizio dell'anno scolastico per fare da ponte con gli alunni che non possono frequentare per diversi motivi (presenza di sintomi lievi, alunni fragili, problemi di diversa natura).
Secondo la mia opinione, la Did può spingere finalmente la scuola ad iniziare un percorso di innovazione che già si chiede da tempo. Ciò va oltre gli aspetti tecnologico-informatici in cui diventa essenziale la formazione dei docenti e degli alunni stessi per un'autonomia necessaria per la fruizione degli stessi. Significa iniziare ad utilizzare metodiche di insegnamento più attuali e coinvolgenti per gli alunni di oggi. Significa andare oltre gli aspetti disciplinari mettendo al centro non i contenuti ma la comunicazione e gli studenti.
Vista l'emergenza epidemiologica in corso, la Did diventa essenziale oggi per garantire il diritto all'istruzione e nella stessa misura per promuovere la socialità e il benessere psicologico ed emotivo degli alunni.
I docenti hanno il difficile compito di preservare costantemente e con successo l'equilibrio tra questi due aspetti fondamentali, in un dialogo costante e proficuo con le famiglie.
La buona Didattica Integrata Digitale presenta delle potenzialità straordinarie ma, come ogni cosa, delle criticità che devono essere tenute in conto e risolte con solerzia ed efficacia.
Siamo pronti a questo cambiamento? Io credo e spero proprio di sì!
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